Alcuni mesi fa, al bancone di un bar del corso, il mio sguardo cadde su un cartello che diceva così...
«Un caffè.» 3 euro
«Mi fa un caffè?» 2 euro
«Buongiorno, posso avere un caffè? Grazie!» 1 euro.
Touché.
Che sia espresso, lungo, ristretto, macchiato, shakerato; a colazione per risvegliarsi dai torpori notturni, come break a metà mattina in ufficio, dopo i pasti principali, al bar, in salotto se viene a trovarti un amico… Il rito tutto italiano del caffè non ha rivali, ma segue sicuramente delle regole.
Invitare per un caffè non vuol dire semplicemente mettere la moka sul fornello. Chi serve questa bevanda deve conoscere il corredo e il modo per servirlo.
Il corredo del caffè perfetto è formato da una caffettiera che abbia al suo attivo almeno 30 caffè, una zuccheriera, una lattiera, un bricco con panna liquida, cucchiaini da caffè (più piccoli di quelli per tè) tirati a lucido e, ovviamente, un ottimo servizio di porcellana. Il tovagliolo non è necessario, a meno che non vengano serviti anche dei biscottini. Sconsigliato il tanto diffuso cioccolatino che, a contatto con la tazzina, si può scogliere.
Il caffè va servito molto caldo, ed è per questo motivo che sarebbe meglio versarlo nella tazzina davanti all’ospite, direttamente dalla caffettiera. Le tazzine vengono sistemate su un elegante vassoio. Il manico della tazzina e il cucchiaino sono rivolti verso destra.
Se il caffè viene servito a tavola (dopo aver sparecchiato) l’ospite afferra la tazzina ma non il piattino. Viceversa, se il caffè viene servito in salotto, con la mano destra terrà la tazzina, con la sinistra il piattino. Il caffè va mescolato con la mano destra, muovendo il cucchiaino dall’alto in basso. Il bon ton non prevede che si testi la dolcezza del caffè col cucchiaino né tanto meno che si raccolga lo zucchero rimasto sul fondo.
È bene prevedere diversi tipi di zucchero e dolcificanti per i propri ospiti. Se lo zucchero è in zolletta bisogna servirsene con le apposite pinzette. Sono ammesse le dita, sempre che si tocchi solo la zolletta da mettere nella propria tazzina.
Non è per nulla chic sollevare il mignolo quando si alza la tazzina, sebbene sia un’usanza abbastanza diffusa. La tazzina va presa dal manico con il pollice e l’indice e il cucchiaino va riposto sul lato destro.
Secondo il galateo il caffè non può essere corretto. Secondo alcune teorie può esserlo solo con cognac e armagnac (acquavite di vino francese).
Il bis di caffè non va mai chiesto né tanto meno offerto. E non solo per evitare di passare una notte in bianco! L’ideale è riempire la tazzina, possibilmente preriscaldata, per 2/3.
L’ordine da seguire nel servire il caffè è quello che si segue regolarmente a tavola: prima la persona di maggior riguardo, poi le donne e infine gli uomini. Il padrone di casa è sempre l’ultimo.
Per evitare di fare brutta figura con gli ospiti, è meglio utilizzare caffè di qualità e comunque assaggiarlo prima di versarlo nelle loro tazzine.
È preferibile usare la caffettiera piuttosto che la macchina per caffè in modo che tutti vengano serviti contemporaneamente.
E per chi non usa spesso la moka? Un consiglio della nonna: inserire all’interno qualche chicco di caffè per mantenere il tipico aroma…