È uscito, per Edizioni Clandestine, Passione di tango di Alfredo Helman, l’ultimo volume di un’affascinante “trilogia” sull’Argentina. Dopo aver trattato la storia politica (Il Peronismo) e la militanza (Il militante) – aspetti dello stesso paese indissolubilmente legati tra loro e profondamente radicati nell’animo del popolo argentino – Helman non poteva non considerare il tango, musica nata proprio a Buenos Aires e diventata la melodia più sensuale del mondo, ricca di diverse coloriture, stili interpretativi e impasti strumentali.
Passione di tango immerge il lettore italiano nei profondi cambiamenti che, in tanti anni, hanno trasformato non solo il tango, ma la città in cui è nato. L’essere tanghèro, infatti, è quasi una filosofia di vita che impone naturalmente ai suoi adepti valori, abitudini e modi comportamentali, e che non può che rispecchiare l’essenza di una comunità, mutando con essa: così la dittatura, il clima di repressione e terrore scatenatosi con quella universalmente conosciuta come ‘guerra spuria’ segnarono profondamente il tango e i suoi protagonisti.
Conoscendo il tango è possibile comprendere le emozioni che esso suscita, intuire perché tanti argentini, oltre a ballarlo, lo ascoltano rapiti, riversando nei testi e nella musica una parte delle loro vite: amori, tradimenti, amicizie, nostalgie, tutte quelle sensazioni che le rendono speciali.
Il tango è ineffabile seduzione; una danza che smuove il cuore, i sentimenti, tanto che l’Unesco lo ha recentemente dichiarato patrimonio culturale dell’umanità. Il tango è un rito e, come tale, segue regole inviolabili. I due ballerini scivolano sul pavimento non con la leggerezza di un valzer o l’esuberanza di una rumba, ma con la concentrata passione di un atto sessuale.
«È una musica popolare dalle molteplici facce», afferma il prestigioso scrittore argentino Tullio Carella, «ognuna delle quali provoca reazioni diverse. Il tango è, o può essere: giocoso, sinistro, sensuale, allegro, lamentoso, triste, burlone, ironico, drammatico, lubrico, sarcastico. In questa varietà risiede la sua forza espressiva.»
Questo libro tratta gli aspetti storici, culturali e musicali del tango. Si sofferma sugli ingredienti che lo compongono, una miscela di ritmi e melodie lontane e diverse tra loro, come il ballo degli emarginati e delle prostitute portegne. Una danza ben presto mutata in canzone che diviene popolarissima in tutto il mondo, grazie anche ad alcuni importanti interpreti e creatori, anche di origini italiane: Carlos Gardel, Osvaldo Pugliese, Aníbal Troilo, Horacio Salgan, fino ad arrivare ad Astor Piazzolla.
Alfredo Helman è nato a Buenos Aires nel 1935. Dopo il fallimento del sogno condiviso con Che Guevara, e tanti altri compatrioti, di una revolución argentina sull’onda di quella cubana, Helman, militante comunista, fu costretto alla fuga dal suo paese natio. Rifugiatosi in Italia, vive in Toscana da oltre trent’anni. Il suo nome è citato da Che Guevara in Diario in Bolivia. Tra le sue opere: Il Peronismo, una storia argentina raccontata agli italiani (2005) e Il militante (2005).
“Il Tango non lo si può conoscere: lo si sente o non lo si sente, ma non riuscirei a definirlo. Per me il Tango è il suono del mio cuore, della strada dove vivo, dello sguardo di chi ho incontrato...; essendo una musica popolare, è fatta di emozioni e di sentimenti e questi non si possono mettere sulla carta”. Aníbal Troilo.