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Il bon ton del vino

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Scoperto probabilmente attorno all’XI secolo a. C., il consumo del vino non ha mai conosciuto crisi. Ma è il Rinascimento, l’epoca della riscoperta della bellezza e dell’eleganza, che pone particolare importanza al modo di servirlo. Modalità che sono arrivate fino a oggi, ma che non tutti conoscono. Ma niente paura: per fare bella figura a tavola con i propri ospiti, non è necessario essere un rinomato sommelier!

A ogni vino il suo bicchiere
Il vino ha un ruolo fondamentale a tavola: riesce a esaltare il sapore di qualsiasi pietanza, ma deve essere servito nel bicchiere adatto. Il bianco non necessita di molta ossigenazione, per cui può essere servito in un bicchiere non molto panciuto e con bocca non troppo ampia, dalla forma a tulipano o a giglio, e dal gambo lungo e sottile. Questo permette di mantenerne la sua profumazione.
Il vino rosso giovane e leggero va servito in un bicchiere leggermente più grande, con calice a stelo lungo ma più svasato. Il vino rosso invecchiato e particolarmente pregiato va servito in bicchieri ballon, con piede largo, stelo medio e coppa capiente per favorire l’ossigenazione.

Disposizione dei bicchieri
Il numero perfetto di bicchieri da mettere a tavola è tre: acqua, vino bianco e vino rosso, posti davanti al coperto, leggermente a destra. Il bicchiere ideale è incolore, inodore e preferibilmente di cristallo per apprezzare meglio le sfumature del vino.

Quali e quanti vini servire?
Ovviamente dipende dall’occasione. In famiglia o tra amici basta un solo tipo di vino. A un pranzo con menu più vario si consigliano almeno un bianco e un rosso. Ai pranzi di una certa importanza il numero dei vini aumenta. La scelta dei vini è condizionata dalle pietanze, e la successione va dai sapori delicati a quelli più decisi. Il che vuol dire che un pranzo va aperto con vini giovani per passare pian piano a quelli più invecchiati.

Come si serve?
Il vino rosso si fa decantare in un contenitore chiamato decanter, mentre per il vino bianco la soluzione è duplice: trasferirlo in una caraffa, oppure mettere la bottiglia in un secchiello con il ghiaccio. I vini nobili vanno sempre lasciati in bottiglia perché si possa leggere l’etichetta e l’annata.
Ogni vino ha una sua temperatura di servizio, per cui non aspettare l’arrivo degli ospiti per leggere l’etichetta e procedere con la refrigerazione.
Il padrone di casa, dopo aver effettuato la stappatura, serve innanzitutto la persona seduta alla sua destra, che dovrebbe essere una signora o una persona di riguardo. Passa poi alle altre donne, al signore più anziano e infine a tutti gli altri.
Se servi il vino fai attenzione a non farne cadere delle gocce sulla tovaglia. Come? Mentre lo versi fai ruotare leggermente la bottiglia sul suo asse.

Come brindare
Sei astemio? Non rinunciare al brindisi (faresti un torto agli antichi Romani)! Alza il calice e portalo comunque alla bocca. Bagna le labbra e non dire “cin cin”. Alzati in piedi solo se lo fa chi ha proposto il brindisi. A ogni modo segui il suo esempio (sperando che ne sappia qualcosa di galateo…).
Se sei una signora evita di lasciare una strisciata di rossetto rosso sull’orlo del bicchiere, nemmeno se si tratta dell’ultima novità Chanel. Non servirti da sola, ma fallo fare al cameriere o, se non c’è, a un uomo, lasciando il calice posato a tavola. Se rifiuti, fallo discretamente evitando di coprirlo con la mano.
Se sei un cavaliere non riempire il calice fino all’orlo. Sappi che il massimo consentito è di due terzi.
In ogni caso, quando bevi, impugna lo stelo e non la coppa perché la mano non solo lascia impronte, ma cambia la temperatura del vino coprendone il colore. Non ingurgitare il vino, ma sorseggialo. Non reclinare il capo all’indietro e non scolarlo fino all’ultima goccia, nemmeno se quello che ti hanno servito è il più costoso dell’universo e ti spiace sprecarlo! E, per finire, asciugati la bocca prima e dopo aver bevuto.

Buona degustazione…


 

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