C’è chi lo serve al momento dell’aperitivo, chi come secondo piatto, chi lo stuzzica quando ha un languorino, chi lo accompagna con le pere. È il formaggio, sicuramente il cibo che causa più dubbi sul modo e sul momento di servirlo. Come sempre, quando siamo perplessi, ci viene in aiuto il galateo. Che cosa ci consiglia dunque il bon ton del formaggio? Ecco le regole per non fare brutta figura!
Quando: I formaggi si offrono dopo il dolce.
Quanto: La quantità prevista per ciascun commensale è circa 150 grammi per i formaggi a pasta dura, di meno se a pasta molle.
Come: La migliore presentazione è su un vassoio con diversi coltellini: a lama liscia per gli stagionati, a lama sottile per quelli morbidi, e a lama forata per i freschi.
Caratteristiche: È bene offrire una discreta varietà di sapori e consistenze (dai formaggi di latte vaccino a quelli di capra e pecora), e di colori (dai formaggi alle erbe a quelli con muffa).
Temperatura: I formaggi vanno serviti a temperatura ambiente, per cui è meglio toglierli dal frigo un’ora prima, a meno che non siamo in piena estate.
Disposizione: in senso orario, partendo dai più morbidi per terminare con i più duri.
Accompagnamento: ottimi con miele, marmellate, uvetta, datteri e pere.
Come si mangia: Se il formaggio è a pasta dura di usa il coltello e la forchetta per tagliare un pezzetto, ma non lo si porta mai alla bocca col coltello. Se il formaggio è a pasta molle, si usa la forchetta per adagiare una piccola quantità su un pezzo di pane o cracker e si porta alla bocca. Il formaggio stagionato fa eccezione, in quanto è consentito usare le mani per raccoglierlo dal piattino.
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