Parole, parole, parole...

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Parlare non significa semplicemente attenersi a delle regole grammaticali, senz'altro di fondamentale importanza in una lingua sia per comunicare sia per farsi comprendere ma, secondo il bon ton, significa avere certi atteggiamenti, rispettare delle formalità per interagire con gli altri senza alterchi, fraintendimenti e con chiarezza, pertinenza e gentilezza. Solo osservando delle norme di conversazione mutuamente accettate possiamo interloquire in modo sempre appagante. Queste 'regole di conversazione' sono varie e diverse tra di loro.

Quando parli, fai innanzitutto attenzione al corpo, a ciò che dicono lo sguardo e la gestualità. Guarda in faccia la persona con cui conversi, e non nasconderti dietro gli occhiali scuri, nemmeno sotto il sole cocente di agosto. Non lasciarti distrarre da cose futili e non urgenti (no, la telefonata di tua suocera può attendere, d'altronde l'hai sempre fatto, no?) e non abbassare gli occhi in continuazione. Mostra interesse per gli argomenti altrui, anche se di interessante hanno ben poco e inducono allo sbadiglio.

Non toccare continuamente l'interlocutore, anche se siete in confidenza, e non stargli troppo vicino perché questo gesto può risultare irritante. Evita di toccarti continuamente i capelli, di incrociare le braccia e di guardare il cellulare ogni tre secondi come se stessi aspettando una telefonata dal Presidente della Repubblica.
Sappi attendere il tuo turno per parlare. Non interrompere l'altro, tranne che con brevi frasi che hanno l'unico scopo di sostenere l'altro (per esempio: “hai ragione”, "sì sì" ecc.). Prendi la parola solo nei momenti di silenzio o di pausa (a meno che tu non sia stato espressamente interpellato a dare delle risposte), e non per sostenere la tua ragione a tutti i costi!
Il linguaggio utilizzato dovrebbe essere chiaro e comprensibile, senza termini dialettali né parole troppo tecniche, specifiche e straniere, per permettere a tutti di partecipare attivamente alla conversazione. Non è bene escludere qualcuno dalla compagnia o metterlo in disparte.
Usa un tono di voce adeguato, né troppo alto né troppo basso. Se ti trovi a dialogare con persone con problemi di udito parla lentamente, scandendo le parole e articolando chiaramente le sillabe. I non udenti possono infatti avvalersi della lettura delle labbra per comprendere quanto viene loro detto.
E per quanto riguarda i contenuti? Evita pettegolezzi, polemiche e argomenti imbarazzanti che possono suscitare accese discussioni o mettere le persone l'una contro l'altra. Meglio toccare argomenti generali tipo hobby, vacanze, spettacoli, tempo atmosferico. Attenzione all'attualità e alla politica, temi spesso assai scottanti!

In definitiva: un interlocutore gradevole è colui che parla in mondo non aggressivo, si dimostra interessato all'altro, fa domande adeguate, aspetta il suo turno per introdursi tra gli altri, ascolta silenziosamente senza giudicare, evita le polemiche. Al contrario, non lo è chi continua a fare domande come in un interrogatorio, parla solo di sé, interrompe l'altro, fa pettegolezzi, non segue un filo logico nel discorso, parla in modo incomprensibile e con termini difficili e specifici.

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