Un piccolo libro che raccoglie le regole e i codici comportamentali che investono i vari aspetti della vita sociale, in modo da affrontare ogni circostanza con sicurezza e tranquillità
E' diviso in 10 parti, ognuna delle quali affronta una regola di galateo. Bon ton è un termine francese, che deriva a sua volta da due parole latine, bonus e tonus. Il ‘buon tono', quindi, non è altro che un insieme di regole, di codici, che si basano non solo sui consigli relativi alla decorazione e al comportamento da tenere a tavola, sugli inviti, sulla scelta dell'abbigliamento, sull'arte del ricevere, sul portamento con un tocco di originalità ed eleganza, ma soprattutto sul rispetto di sé e degli altri, in modo da affrontare ogni circostanza con sicurezza e tranquillità. Perché il galateo non è una raccolta di regole artificiali, o, come si crede erroneamente, una guida di buone maniere dedicata alle sole donne, ma è un nostro modo di essere, di considerare il prossimo con lo stesso rispetto che destiniamo a noi stessi.
In sintesi questo elenco di precetti si traduce nel 'buon senso', eternamente valido anche se, nel tempo, i costumi evolvono e i codici possono cambiare. Anzi, i codici sono forse ancora più importanti in una realtà sempre più informale e ricca di scambi e di relazioni.
Storicamente parlando, sembra che un primo galateo risalga a molti secoli fa e che le sue regole venissero tramandate oralmente; in seguito le norme furono riportate in un opuscolo affinché i giovani delle buone famiglie potessero apprenderle e applicarle alla loro vita. Pure a Erasmo da Rotterdam (1466-1536) viene attribuito un testo di 'cortesia' (ciò che oggi definiamo 'gentilezza') - anche se si può dire che ogni secolo ne abbia sfornato uno!
Il Rinascimento vede comunque la nascita ufficiale delle buone maniere: il conte Baldassar Castiglione viene considerato proprio il padrino con la sua opera Il Cortegiano. Tuttavia il galateo più conosciuto è senza dubbio quello realizzato da Monsignor Giovanni della Casa. Il Galateo overo de' costumi viene pubblicato nel 1558. Chiamato 'galateo' da Galeazzo Florimonte, il vescovo che aveva spinto il Della Casa a scrivere l'opera, stabiliva delle regole su come il giovane gentiluomo doveva vestire, comportarsi e gestirsi negli ambienti da lui frequentati, sia tra i suoi compagni sia in pubblico.
Fino al Settecento il galateo era comunque rivolto esclusivamente agli uomini, i protagonisti della vita sociale, e a quelli che desideravano avanzare socialmente; solo dopo il diciottesimo secolo si rivolgerà anche al gentil sesso. Col tempo il galateo si è andato sempre più diffondendo pure tra la gente comune, tanto che il XX secolo ha visto il proliferare di molti libri e studi sull'argomento.
Così, mentre alcune buone maniere presentate si possono definire 'classiche', un retaggio del passato, di epoche lontane (eppure facilmente applicabili alla nostra vita quotidiana), altre invece si sono affiancate recentemente, figlie naturali di un mondo moderno, del benessere e della velocità. Consigli e bon ton che riguardano pertanto la gestione del telefonino, l'uso di Internet, il rispetto dell'ambiente, il comportamento sul lavoro, nella vita di condominio, in viaggio per lavoro o per piacere.
Tutte queste norme di buon senso e di buon gusto formano un sistema in grado, nel suo complesso, di aiutare le persone a costruirsi un'esistenza più gradevole e una società più civile. Mentre alcune delle buone maniere presentate sono dei classici (consigli relativi al comportamento da tenere a tavola, agli inviti, alla scelta dell'abbigliamento, all'arte del ricevere, ecc.), altre si sono affermate solo di recente, figlie naturali di costumi sociali in rapida evoluzione.
Si parla perciò anche di come gestire il telefonino nei luoghi pubblici, usare i servizi di Internet senza infastidire gli altri, rispettare l'ambiente, tenere un comportamento corretto sul lavoro, nel condominio e in viaggio.